Come aiutare o accogliere i bambini ucraini fuggiti dall’orrore della guerra

La guerra in Ucraina sta costringendo migliaia di bambini a lasciare la loro terra, in preda alla disperazione e molti stanno arrivando anche nel nostro Paese. Ognuno di noi può fare qualcosa per aiutarli o rendersi disponibile per ospitarli in casa.”

Dall’Ucraina, martoriata dalla guerra, ci sono decine di migliaia in fuga, tra cui tantissimi bambini, spettatori innocenti della brutalità e disumanità del conflitto che ha stravolto la loro infanzia. I più fortunati sono accompagnati dai loro genitori, altri invece li hanno persi nella follia del conflitto o sono stati costretti a separarsi da loro, rimasti a combattere per difendere il Paese. Finora sono oltre 360mila gli ucraini che sono riusciti a fuggire, come indicato dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), ma il numero sale di ora in ora. La gran parte si sta rifugiando nei Paesi vicini, tra cui la Polonia e l’Ungheria. E anche l’Italia sta aprendo le sue porte per offrire ospitalità a decine di famiglie disperate. Ieri a Trieste è arrivato un autobus con a bordo una cinquantina di donne e bambini e nelle prossime ore sono attese tante altre persone.

Sono già moltissime le famiglie italiane che si sono dette disponibili ad ospitare i i bimbi ucraini nelle loro case. Le offerte di accoglienza si stanno moltiplicando da Nord a Sud. Ma come fare per accogliere i minori scappati dalla guerra in Ucraina? A chi ci si può rivolgere? Scopriamo quali sono le iniziative più importanti attive sul territorio.

Il progetto dell’Associazione Cittadini del Mondo OdV Cagliari e della Federazione AVIB

Sono oltre 700 le preadesioni arrivate all’Associazione Cittadini del Mondo OdV di Cagliari, che insieme alla Federazione AVIB sta organizzando l’accoglienza di famiglie e bambini in fuga dall’Ucraina.

Tante le nostre famiglie che in questi anni hanno ospitato i bambini bielorussi attraverso il Progetto Chernobyl e che oggi danno la disponibilità ad accogliere i bambini ucraini dalle zone di guerra, dimostrando che la solidarietà non conosce confini e nazionalità ma vuole essere un gesto concreto di aiuto – fa sapere la Federazione AVIB –  La guerra è una tragedia immensa le cui conseguenze le pagano i più deboli, in particolare i bambini.

Chi fosse interessato può scrivere all’indirizzo mail cittadinidelmondo.ca@gmail.com oppure a federazione.avib@gmail.com, che opera a livello nazionale, in modo da creare una mailing list delle famiglie disponibili.

“Non appena sarà chiaro come poter procedere alle accoglienze comunicheremo le modalità operative” spiegano le associazioni.”

L’iniziativa delle Mamme Matte

Anche la rete “Mamme Matte”, che raggruppa professioniste del sociale e madri adottive, affidatarie, biologiche, ha deciso di scendere in campo per aiutare i bambini ucraini, come già fatto anche per le famiglie afghane questa estate.

“Abbiamo già stilato una lista di famiglie accoglienti, molte di loro con pregressa esperienza di accoglienza di minori in difficoltà, altre disposte a mettersi in gioco, in concerto con i sistemi di accoglienza istituzionali. Stiamo continuando a raccogliere le adesioni di tante altre persone che dovranno essere successivamente formate. – spiegano le volontarie  – Attualmente la rete può contare sulla disponibilità di circa tremila famiglie su tutto il territorio italiano. Da parte nostra, insieme alle amministrazioni comunali titolari di progetti d’accoglienza e attraverso le nostre famiglie accoglienti, siamo pronti a fare la nostra parte da subito. Per esperienza decennale, sappiamo che l’accoglienza diffusa è un modello che funziona, facilitando l’inclusione sociale e la creazione di comunità coese e solidali.”

Come aiutare le famiglie e i bambini rimasti in Ucraina

Non tutti, purtroppo, hanno la fortuna di riuscire a fuggire dall’Ucraina. Come fare per aiutare le famiglie e i minori rimasti nel Paese dilaniato dalla guerra?

Una delle associazioni italiane più note e attive sul territorio è la Onlus Soleterre, che si sta prendendo cura dei bambini malati di tumore, proteggendoli dai bombardamenti e continuando ad assicurare loro le terapie.

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